Richiamo alimentare | non mangiate questa mozzarella | l’allerta FOTO

Un marchio ben preciso è sottoposto a notifica di richiamo alimentare: la mozzarella ha un problema ben specifico, i dettagli dal Ministero della Salute.

Richiamo alimentare, una mozzarella confezionata non risulta essere idonea a quelli che sono gli standard soliti in materia di sicurezza alimentare. A parlare della vicenda è il Ministero della Salute, il quale ha diffuso anche tutte le informazioni del caso su come fare per riconoscere questo prodotto.

Ed ovviamente per tutti coloro che abbiano una o più unità di questo alimento specifico il consiglio da parte del Ministero stesso è quello di restituire tutto quanto al punto vendita di riferimento. Abbiamo tutto a disposizione per riconoscere questo articolo.

La notifica presente anche sul sito web ufficiale del Ministero fa sapere che si tratta della Mozzarella Vivibene Selex bocconcini, come riportato dalla denominazione di vendita. Il marchio del prodotto è invece Vivibene Selex. E Selex è anche il nome o la ragione sociale dell’OSA a nome del quale tale articolo è posto in commercio.

Richiamo alimentare mozzarella, come individuare il prodotto

I lotti indicati sono quattro, che hanno una data di scadenza o termine minimo di conservazione differenti a coppie di due.

Lotti che sono:

• 95
• 95
• 96
• 97

Per i primi due la scadenza è fissata al 3 maggio 2022. Per il lotto 96 ed il lotto 97 è invece al 5 maggio 2022. Il nome del produttore è Centro Latte Bressanone Soc. Agr. Coop., con lo stabilimento di riferimento che ha sede nella località altoaltesina di Varna, in provincia di Bolzano. Ogni unità ha un peso di esclusivamente 125 grammi.

Il motivo del richiamo alimentare della mozzarella ivi descritta è da individuare nella presenza di lattosio all’interno delle unità descritte. Cosa che però cozza con quanto c’è scritto nell’etichetta informativa, dove del lattosio non vi è alcun riferimento.

Ed anzi, sulla confezione questa mozzarella è descritta come “senza lattosio”, cosa che quindi potrebbe dare adito al sorgere di intolleranze alimentari nei soggetti coinvolti.

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