Scatta un immediato provvedimento di richiamo alimentare nei confronti di un preciso prodotto importato in Italia, di cosa si tratta.

Come da apposita notifica di richiamo alimentare, il Sistema Rapido Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi ha comunicato di avere provveduto al blocco dai normai circuiti del commercio di un genere che l’Italia esporta dall’estero.

Ispettori preposti al controllo sulla sicurezza del cibo
Ispettori preposti al controllo sulla sicurezza del cibo (Adobe Stock)

Il richiamo alimentare in questione ha riguardato un prodotto tipico del Paese esportatore. Si tratta di riso soffiato proveniente dal Bangladesh, Stato asiatico dove la coltivazione di questo cereale è una delle fonti primarie di guadagno per il sistema economico locale.

Ed il motivo che sta alla base del richiamo alimentare riportato all’interno della circolare del RASFF è dato dalla presenza, all’interno del riso soffiato, di una sostanza ritenuta potenzialmente pericolosa per la salute dei consumatori. Talmente pericolosa da presentare un livello di rischio pari a “serio”.

A seguito di accurati ed approfonditi controlli sulla sicurezza dell’articolo alimentare ivi riportato, è emersa la presenza in eccesso di triciclazolo. Triciclazolo che è un fungicida utilizzato in particolar modo nelle coltivazioni e nelle lavorazioni del riso.

Richiamo alimentare, i dettagli dal RASFF

Gli ispettori preposti alle verifiche del caso hanno fatto segnare i seguenti livelli di contaminazione: 0.068 ± 0.034 mg/kg – ppm.

Riso soffiato
Riso soffiato (Pixabay)

Considerando che il limite massimo consentito è di 0.01 mg/kg – ppm, questo rende bene l’idea di quanto il triciclazolo possa risultare potenzialmente nocivo per le persone, in caso di ingestione di cibo che sia inquinato dalla presenza di tale fungicida.

La notifica rilasciata dal Sistema Rapido Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi ha quindi fatto si che il riso soffiato dal Bangladesh sottoposto alla problematica riscontrata non sia stato messo in esposizione sugli scaffali dei supermercati e degli altri punti vendita italiani preposti.

Solitamente le notifiche di allerta alimentare del RASFF giungono proprio prima che un articolo contestato giunga ai vari punti vendita sia all’ingrosso che al dettaglio.

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