Sushi, come riconoscere quello fresco
Sushi, come riconoscere quello fresco

Mangiare il sushi ormai è diventata una consuetudine anche dalle nostre parti. Una volta il pesce fresco era solo acciughe marinate, salmone e tartare, oppure molluschi crudi nelle grandi occasioni: oggi è un tripudio di nigiri, onigiri, uramaki e simili. Proprio perchè è diventata una moda, sono spuntati sushi bar ad ogni angolo di strada, con evidente disorientamento del consumatore medio che normalmente non sa districarsi tra chi sa prepararlo a regola d’arte e chi si improvvisa. Il pericolo più grande è dato dal fatto che la commercializzazione di questi alimenti è dirottata anche su canali diversi dai ristoranti, come supermercati e gastronomie. Ciò comporta il rischio di mbattersi in prodotti confezionati che non sempre rispettano i requisiti di freschezza e genuinità richiesti.

Sushi: le regole per distinguere il pesce fresco

Il primo segnale che indica un prodotto non proprio di giornata è l’odore: il deperimento del cibo inizia a manifestarsi già con un sentore particolare. Il vostro olfatto sarà già incappato in pesce marcio, quindi sarà facile per voi riconoscerlo. Il sushi fresco infatti non ha alcun odore, eccetto quello dei condimenti eventualmente utilizzati. La consistenza della carne deve essere soda e dal colore vivido. Se tastandola rimane impresso il segno del vostro dito, probabilmente è già nel bancone da alcuni giorni. Infine gli esperti suggeriscono di evitare di acquistare il sushi di domenica. In genere infatti, in questo giorno supermercati e ristoranti non ricevono le consegne di ordinazioni fatte. Ciò implica che nelle loro preparazioni utilizzeranno quasi certamente i prodotti dei giorni precedenti.