L’azienda Coricelli deve incassare la sentenza sfavorevole del Tribunale Amministrativo Regionale che le dà torto sul suo ricorso.
Una sentenza da parte del Tar dell’Umbria ha dato per ora torto alla ditta Coricelli, la quale si è vista accusata di avere messo in commercio dell’olio d’oliva non extravergine ma solamente vergine. Il tutto nonostante la stessa Coricelli dichiarasse che il proprio prodotto fosse della qualità più ricercata concepibile.
Le analisi condotte dal Laboratorio Chimico di Roma 1 della Agenzia delle Dogane hanno invece confermato come l’olio in questione fosse solamente vergine. Tra l’altro i risultati hanno avuto lo stesso esito in un’altra osservazione approfondita al microscopio condotta parallelamente all’interno di un’altra struttura.
La cosa risale al 2018 ed ora è arrivato il parere da parte del Tar dell’Umbria, che ha confermato quanto affermato a suo tempo dalle Commissioni tributarie e della Corte di Cassazione. Poi ci sono anche dei precedenti che risalgono rispettivamente al 2015 ed al 2021.
Coricelli, niente da fare: torto anche in ricorso
Anche in quelle circostanze l’Agenzia delle Dogane della Regione Umbria aveva compiuto delle ulteriori analisi su dei campioni di olio Coricelli aveva stabilito come quest’ultimo non fosse extravergine ma solo vergine o comunque di fattura più semplice.
L’azienda Coricelli ha poi contestato anche quanto compiuto dalla rivista “Il Salvagente”, che pure aveva compiuto dei test per conto proprio, richiedendo in questo caso un risarcimento danni. Pare però che la cosa non possa avere alcun corso. Di tutto questo parla lo stesso “Il Salvagente”.
Le analisi del 2018 sono avvenute su dei campioni di un lotto di olio definito “di provenienza spagnola all’82%” e risultato in tutti i modi non extravergine d’oliva. Da “Il Salvagente” arrivano anche riferimenti precisi in relazione alla ordinanza 13474/2020 della Corte di Cassazione, oltre che di sentenze più volte sfavorevoli a Coricelli “da parte della giustizia italiana”.
Per il Tar la richiesta dell’azienda è inammissibile
A rivolgersi al Tar è la stessa azienda, la quale però si è vista definire infondato il proprio ricorso, dopo le analisi compiute al Laboratorio Chimico di Roma 1 dell’Agenzia delle Dogane.
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Coricelli avrebbe richiesto un Panel riconosciuto dalla Spagna, ma secondo il Tar ciò non è possibile a causa del fatto che il campione preso in disamina in laboratorio non è comunque del tutto proveniente dalla Penisola iberica, nonostante la consistente percentuale dell’81,3%. Cosa che non fa ritenere sufficiente la richiesta di svolgere controanalisi da quelle parti.
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