Diffuso un richiamo alimentare per la presenza di aflatossine. Il rischio è elevato ed il provvedimento si è reso necessario.

Aflatossine all’interno di un prodotto esportato dall’estero. Con questa giustificazione le autorità di controllo nell’ambito della sicurezza alimentare hanno emanato una comunicazione che fa riferimento ad un ritiro avvenuto già nelle scorse ore.

Richiamo alimentare dal RASFF
Richiamo alimentare dal RASFF (Adobe Stock)

In questa specifica questione si fa riferimento a delle aflatossine la cui presenza è stata accertata dentro a della granella di pistacchi che il nostro Paese ha importato dall’Iran.

La merce alimentare in questione non ha superato i controlli sulla qualità in materia di sicurezza. Il tutto in quello che è il quadro generale della regolamentazione vigente ad oggi sull’intera area della Unione Europea.

Ad informare di questa problematica manifestata con la aflatossine presenti in quantità superiore al dovuto sono stati gli ispettori del RASFF. Si tratta del Sistema Rapido di Allerta Europea per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi.

Aflatossine, quali sono i dettagli del caso segnalato

Questo è l’ente che risponde in maniera diretta alla Commissione Europea. E che ha il compito di fare rispettare le leggi ideate affinché venga garantita la salute dei consumatori, sul territorio di tutti i Paesi membri della UE.

Granella di pistacchio
Granella di pistacchio (Adobe Stock)

Il comunicato ufficiale rilasciato dal RASFF sul suo sito web ufficiale. Dove è presente uno spazio adibito proprio a questo tipo di comunicazioni, riporta con precisione anche quali varianti di aflatossine sono stati individuati.

Si tratta di quelle di tipo B1, presenti nella misura di 66.6 µg/kg – ppb 74.5 µg/kg – ppb rispetto ad un limite massimo consentito di 8,0 µg/kg – ppb. E di un totale complessivo che ammonta a 74.5 µg/kg – ppb, con la ulteriore presenza di anche altre varianti di micotossine. Per un rischio definito come serio dal RASFF.

Le misurazioni precise dalle quali possono sorgere intossicazioni

L’ingestione di un simile prodotto che riporta questa tipologia di contaminazione può risultare fortemente nocivo per la salute dei consumatori. E comportare sintomi di entità dalla più lieve e gestibile. Come ad esempio nausea, diarrea, mal di stomaco, dolori addominali vari, vomito, fino alla necessità di dovere ricorrere ad un ricovero in ospedale.

Il livello di rischio segnalato dal RASFF è indicato come “serio”. Fortunatamente le comunicazioni dell’Ente avvengono molto spesso quando il prodotto non è ancora stato piazzato sugli scaffali di supermercati e di altri punti vendita.

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