L’attesa del nuovo anno è un’emozione che unisce tutti e della quale ha deciso di parlare anche Carlo Cracco. Tra poche ore torneremo a essere zona rossa in vista delle feste di Natale, e il 2021 rappresenta la speranza di poter tornare a condurre uno stile di vita simile a quello di un tempo.
In diverse occasioni abbiamo avuto modo di raccontare come il 2020 abbia cambiato in toto la nostra vita, nessuno avrebbe mai immaginati di trovarsi a lottare con una pandemia come quella del Coronavirus che ha fatto in modo che termini come ‘distanziamento sociale’ e appunto lockdown diventassero di uso comune. Molte attività, inoltre, continuano a essere chiuse e anche la ristorazione ha subito dei notevoli danni in tutta la nazione.
A rompere il silenzio, in tal senso, è stato proprio Carlo Cracco che durante il The Show Must Go Home organizzato dall’utility bolognese Illumia ha dichiarato: “L’anno prossimo sicuramente sarà migliore, ci vuole pochissimo. Peggio di così non poteva capitarci. Quello che sicuramente possiamo dire è che così non si può andare avanti, probabilmente qualche messaggio e qualche segnale ci è arrivato durante questa pandemia. Dobbiamo un po’ rivedere le nostre abitudini e anche il nostro modo di lavorare”.
Carlo Cracco l’attesa del nuovo anno : “Bisogna avere un po’ di rispetto”
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, siamo tutti in attesa di scoprire cosa ci riserverà il nuovo anno ma in questo 2020, comunque sia, abbiamo conquistato delle nuove consapevolezze. Lo stesso Carlo Cracco, ad esempio, ha fatto riferimento a dei cambiamenti necessari che dobbiamo apportare al nostro ‘modo di vivere’ e correggere, magari, delle vecchie abitudini.
Non a caso, il discorso fatto dallo chef si conclude nel seguente modo con tanto di riflessione dedicata all’ambiente e al mutamento delle città: “Bisogna avere un po’ più di rispetto di questo pianeta e di questo ambiente. Noi in particolar modo a Milano questa situazione la viviamo forse ancora più forte e ce ne siamo accorti proprio durante il lockdown, durante il quale con la produzione ferma è cambiato anche il clima, è cambiata l’aria”.
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