Aggiornamenti Cina contagi: proprio lì dove la pandemia è sorta ora la situazione appare alla normalità. Forse è grazie a certe chiusure?

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Controlli export Cina Contagi Foto dal web

Per la Cina contagi e pandemia sono un qualcosa diventato nient’altro che un ricordo da dimenticare. L’impatto negativo della circolazione del virus è sensibilmente diminuito, e da lì arrivano immagini che hanno lasciato il mondo a bocca aperta. Nel senso che, per fare un esempio, a Wuhan la gente gira liberamente senza mascherina ed i ristoranti sono aperti fino a notte fonda. La pandemia che è nata proprio lì quasi un anno fa è soltanto un brutto ricordo.

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Sarà anche grazie alla intransigenza mostrata dalla Cina in materia di gestione dei rapporti commerciali se è accaduto questo. Infatti Pechino sta bloccando diverse merci esportate dall’estero, per sospetta presenza del virus sulle superfici od in alcuni prodotti alimentari. Tra questi, negli ultimi giorni, figurano delle specialità di mare provenienti dall’Ecuador e della carne di maiale arrivata dal Brasile. Mentre nei mesi scorsi aveva imposto un blocco totale a del salmone norvegese. Le esportazioni dall’estero in totale hanno subito un calo molto forte. E quello che arriva viene scrupolosamente sottoposto a dei controlli rigidi. Tutto ciò che possa risultare anche solo minimamente sospetto viene sottoposto a sequestro o rispedito indietro.

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Cina contagi, severità massima sull’export

Su circa 670mila alimenti dei tipi più disparati, le autorità cinesi hanno riscontrato la presenza effettiva del virus su 22 di essi. Vengono richieste anche delle certificazioni di sicurezza particolari in questo senso. Altrimenti la merce non viene accettata. Tra i prodotti off limits e rifiutati a prescindere c’è anche il pollame recante il marchio del colosso statunitense Tyso Foods. Poi la Cina ha anche stilato una lista nera con i nomi delle aziende che non possono diffondere i loro prodotti da quelle parti. Ad oggi se ne contano 56 di 19 Paesi del mondo. Attualmente non risulta una politica di restrizioni simili adottata da altre nazioni. La rivista statunitense ‘Time’ si esprime in merito alla situazione Cina contagi ed alla eventuale bontà di questo atteggiamento di severità e di chiusura all’export.

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Un atteggiamento criticato da altri enti autorevoli mondiali

Nel pezzo viene citato quanto riferito dall’OMS e dagli esponenti sanitari principali di alcuni Paesi del mondo dove la pandemia è presente a bassissimo impatto, come la Nuova Zelanda. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità non c’è bisogno di disinfettare le confezioni del cibo o di altro. Per le autorità neozelandesi invece non c’è alcun rischio legato al cibo surgelato. Inoltre l’austerity cinese viene criticata dalla International Commission on Microbiological Specifications for Foods, parlando di mancanza di riscontri scientifici in merito. Gli scienziati sostengono che è possibile trovare tracce su queste superfici, ma non virus interi. E che lo stesso si diffonde senza mascherine, distanziamento e tramite assembramenti più di ogni altra situazione.

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