La spiegazione sul perché e sul come è nata la calza della Befana, che ogni 6 gennaio siamo soliti trovare ricolma di dolciumi e di regali.

Come è nata la calza della Befana e che significato ha
Una calza della Befana (Ricettasprint.it)

Come è nata la calza della Befana? Da tantissimo tempo in Italia si è soliti far trovare una calza ricolma di dolciumi, per la felicità dei più piccoli ma anche dei più grandi. Il 6 gennaio è il giorno in cui la liturgia cristiana vede l’arrivo dei Re Magi alla grotta di Betlemme.

Ma l’Epifania, al pari del Natale, affonda le sue origini da preesistenti celebrazioni pagane, che c’erano ben prima dell’avvento del Cristianesimo. Ci troviamo quindi per lo meno a 2700-2800 anni fa.

A quei tempi veniva chiesta intercessione benevola alla dea Artemide, Diana per i romani, che presiedeva la caccia e vari aspetti della natura. Con il passare dei secoli poi questa figura ha ceduto il passo alla classica vecchietta come la conosciamo noi.

Ed il nome Befana è tratto direttamente da Epifania, che in greco rimanda a “manifestazione del divino”. Anticamente la cosa era associata alla luna che nei primissimi giorni di gennaio tendava a risplendere particolarmente.

Come è nata la calza della Befana? La spiegazione attraverso i secoli e che significato ha

Come è nata la calza della Befana e che significato ha
Calza della Befana piena di dolci (Ricettasprint.it)

L’inserimento della vecchietta nella tradizione cristiana è legata ad una leggenda che vorrebbe i Re Magi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, chiedere informazioni ad una vecchietta su come raggiungere la loro destinazione.

La stessa poi avrebbe deciso di unirsi a loro in un secondo momento recando con sé come omaggio una cesta con doni e tante cose buone. Ma mentre il viaggio dei Re Magi si concluse positivamente, lei non riuscì a trovare la via giusta. E di volta in volta donava i dolciumi ai bambini incontrati per strada.

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Una versione che già spiega tante cose. E perché proprio la calza? Perché si tratta di un oggetto che raffigura in pieno anzitutto la persona di una vecchietta, e poi anche perché soddisfa in pieno diversi requisiti pratici.

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Una calza ce l’aveva chiunque, in tempi passati. Poteva essere facilmente appesa o posizionata anche in sospensione quindi. E si allargava all’aumentare del peso, in modo tale da potere contenere più doni.

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Tra l’altro non mancano anche delle leggende che ci sono state tramandate sempre da epoche passate, ad ogni latitudine. Restando in Italia, si parla di come Numa Pompilio, che fu il secondo dei sette re di Roma, avesse preso ad usanza il posizionare una calza in una grotta per permettere ad una ninfa di riempirgliela di prebende.