Tempi duri per Gordon Ramsay: c’è chi stronca il suo locale a causa di prezzi ritenuti altissimi. L’esempio fatto è impietoso.
Gordon Ramsay finisce nell’occhio del ciclone per quello che è successo al Lucky Cat, l’ultimo dei suoi tanti ristoranti di proprietà e che ha aperto i battenti nella centralissima King Street, a Manchester. Lo chef inglese, divenuto un noto personaggio televisivo per via dei suoi tanti programmi a tema culinario che lo vedono protagonista, è stato criticato per i prezzi altissimi di questo locale.
“Da lui spendi 140 euro per appena qualche boccone e per bere dell’acqua di rubinetto” è il per nulla tenero giudizio che un critico gastronomico ha rilasciato. E che stronca di netto Gordon Ramsay ed il Lucky Cat. Autore di questa recensione negativissima è Ben Arnold, che cura un blog sul cibo e sulle esperienze gastronomiche e che lavora anche per la testata “Manchester Evening News”.
Gordon Ramsay, al suo ristorante i prezzi sono altissimi
Quanto sborsato da Arnold ammonta a 120 sterline, che è l’equivalente di 140 euro. Il giornalista sostiene di avere mangiato dei piatti dalle porzioni fin troppo piccole. Ma lui non ha apprezzato neppure l’acqua che gli è stata servita, bollata per l’appunto come “di rubinetto”. E neppure il comportamento non professionale di alcuni membri del personale di servizio.
La spesa più economica che è possibile fare nel ristorante di Gordon Ramsay pare sia un menu costituito da tre portate. Si può acquistarlo solamente nei giorni feriali da ora di pranzo e fino alle 18:30, al prezzo di 40 euro. A cena invece le cose cambiano e mediamente ci attestiamo sugli 80 euro a salire per ogni portata. Un’aragosta costa 100 euro, del filetto di carne si attesta più o meno sulla stessa cifra.
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Meglio andare altrove
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Particolare stupore in negativo ha destato un piatto di gnocchi farciti con cavolo e melanzane, per via della quantità. Ad Arnold ne sono stati serviti cinque. In quelle situazioni nelle quali si voglia dividere un piatto simile con qualcuno, nessuno dei commensali praticamente mangerebbe. Ed andrebbe a spendere una fortuna. La cosa si è ripetuta con un piatto di capesante, nel quale erano presenti solo due pezzi, per circa 35 euro.
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E le cose non sono migliorate con le bevande: i drink aggiunti sono da pagare a parte ma risultano essere più un assaggio che altro, dal momento che consentono appena qualche sorso tanto sono contenuti nelle quantità servite. Alla fine quindi il giudizio del giornalista è stato del tutto negativo. E la spiegazione fatta è eloquente: per 120 sterline – che ricordiamo ancora, sono 140 euro al cambio – è possibile mangiare quattro volte tanto e meglio in diversi altri posti. Come spesso accade si finisce con il pagare tanto soprattutto per via del nome.
