Allarme Norovirus nelle ostriche e non solo: le autorità di controllo preposte bloccano svariati prodotti alimentari dall’estero.

Norovirus nelle ostriche dalla Francia
Allarme Norovirus nelle ostriche dalla Francia Foto dal web

Norovirus nelle ostriche, il RASFF ha segnalato al Ministero della Salute del nostro Paese diversi provvedimenti che riguardano degli interventi urgenti. Il Sistema Rapido di Allerta Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi ha provveduto ad informare il Dicastero della presenza di Norovirus nelle ostriche che l’Italia ha importato in particolare dalla vicina Francia.

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A seguito di alcuni controlli sulla qualità compiuti su un campione di prodotto ittico, è uscita fuori questa problematica che può risultare potenzialmente pericolosa per la salute dei consumatori. E non è tutto. Anche altri alimenti importati dall’estero hanno mostrato dei livelli di contaminazione delle più svariate tipologie. Di seguito la lista di altri prodotti sottoposti a richiamo alimentare, oltre alla questione che riguarda il Norovirus nelle ostriche.

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Norovirus nelle ostriche, ma non solo: gli altri richiami alimentari

  • Zenzero e curcuma con tracce consistenti di idrocarburi policiclici aromatici (Stati Uniti);
  • Escherichia coli in dei mitili vivi (Spagna);
  • Tossine in cozze cotte (Spagna);
  • Mercurio in filetto di tonno qualità pinna gialla refrigerato (Spagna);
  • Tracce di pesticidi (tiametossam, carbendazim e triciclazolo) in riso basmati e cadmio in calamari interi congelati (India);
  • Tracce di pesticida vietato (carbofuran) in bacche di goji (Cina);
  • Sostanza vietata (chlorpyrifos) in pompelmi rossi (Turchia);
  • Semi di sesamo con ossido di etilene in prodotti da forno (Repubblica Ceca);
  • Salmonella enterica (ser. Hadar e ser. Kottbus) in filetti d’anatra congelati (Ungheria);

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L’Italia ha respinto poi alla frontiera due alimenti dall’India, rispettivamente per etichettatura non sufficiente per delle cialde croccanti e per l’uso di un alimento vietato in delle noci di betel. In tutti questi casi si tratta di alimenti bloccati prima della loro messa in commercio. Da cui la mancata necessità da parte del RASFF di fornire ulteriori indicazioni come marca, numeri di lotto ed altro.

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