L’importanza del perché friggere e quando i cibi preparati in questo modo non sono per nulla nocivi. È molto facile.

Perché friggere, e senza alcun timore di mangiare qualcosa che potrebbe nuocere alla salute? La risposta è semplice: se ben preparata, una bella frittura non nuocerà ed avremo assaporato qualcosa di buonissimo.

Delle cotolette fritte in padella
Delle cotolette fritte in padella (Foto Canva)

Come molto spesso accade, anche con la frittura, così come con altro, finiamo con il fare delle cose sbagliate. Già decenni fa il guru della Macrobiotica, Georges Osawa, aveva dimostrato perché friggere.

Grazie a lui abbiamo compreso quelli che sono i benefici della frittura, che riesce a preservare alcuni aspetti importanti degli alimenti cucinati. E c’è altro su questo aspetto: il perché friggere si basa sul fatto che viene ridotto il carico glicemico che è tipico di tantissime cose che mangiamo.

Prendiamo come esempio le patate, che quando fritte, danno origine a degli amidi non assorbibili e resistenti. Stessa cosa che avviene quando mantechiamo la pasta.

Perché friggere, quando fa bene e non comporta controindicazioni

E risulta più digeribile un piatto con amidi mantecato con olio in padella rispetto ad uno con un carico di amidi inferiori e passato con olio a crudo. Un alimento fritto risulta disidratato e più facilmente assorbibile dai succhi gastrici. E poi ci sono studi su come la frittura sia utile per prevenire il sorgere di bile troppo densa e di calcoli. Ma tutto ciò avviene in un solo caso.

Una frittura in corso
Una frittura in corso (Foto Canva)

E cioè se vengono utilizzati un olio di ottima qualità ed una assunzione non frequente. Anche la frutta e la verdura o l’acqua, se assunte in maniera eccessiva, portano al sorgere di effetti collaterali. Una frittura leggera, mangiata ogni cinque, sette o dieci giorni in dosi non grandi, comporta solo benefici.

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Ci dà un bel sollievo per quanto riguarda il sapore percepito e riesce anche a non pesare sui chili assunti, in questo modo. La frittura può essere interpretata come l’immancabile strappo alla regola che ogni settimana dovremmo sempre concederci, all’interno di una dieta sana ed equilibrata.

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E se poi abbiamo la fortuna di avere un fegato sano, il cibo fritto non comporta alcun effetto collaterale, rispettando le indicazioni di quantità e di frequenza. Ci sono anche delle regole che riguardano il come friggere. Oltre ad un olio di qualità, è assolutamente indispensabile non superare una certa temperatura.

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Infatti quando questa cosa avviene, si ha il rilascio di sostanze potenzialmente nocive per la salute. Tra le quali l’acrilammide, che sorge al superamento del cosiddetto punto di fumo. Un livello che è raggiungibile a diverse temperature a seconda della tipologia di olio utilizzato. Cliccando qui è possibile consultare la relativa tabella.