Dal 2014 sono sorti Europa – e successivamente in Cina – dei focolai di Peste suina africana. Il Ministero della Salute fornisce delle raccomandazioni.
Il Ministero della Salute fornisce alcune esaurienti spiegazioni in merito alla peste suina africana (PSA). Questo a seguito di alcuni focolai scoppiati in Cina nelle scorse settimane, esattamente come avvenuto nel caso del Coronavirus.
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Già da settembre 2018 era scattato l’allarme in merito a questa determinata patologia. Le notizie relative alla PSA si sono poi rafforzate a luglio 2019 e soprattutto nei primi tre mesi del 2020. Stando ai dati pubblicati sul proprio sito web dal Ministero, la peste suina africana è una malattia che trae origine da uno specificato virus e che colpisce esclusivamente suini e cinghiali. È altamente contagiosa e ha un tasso di letalità molto alto, ma per fortuna non è trasmissibile agli esseri umani. Ci sono però ripercussioni pesanti dal punto di vista economico per i Paesi che si trovano eventualmente a dovere affrontare una epidemia.
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Peste suina africana, le raccomandazioni del Ministero della Salute
Un caso recente è avvenuto in certe aree dell’Europa dell’Est, nel 2014. Da quel focolaio, l’agente virale che veicola la patologia è riuscito a diffondersi anche in altre aree. Per quanto riguarda l’Italia, i primi casi risalgono al 1978 ed allora furono circoscritti alla sola Sardegna. Da allora la situazione è andata scemando. La Commissione Europea ha stilato dei provvedimenti appositi per sostenere le economie legate alla macellazione delle specie animali colpite da PSA. Per le persone il consiglio fornito dal ministero è quello di gettare sempre residui di carne fresca o stagionata di suino in contenitori chiusi.
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