Lo Spirito del Natale è fantastico perché fa fare alla gente gesti veramente unici ed è capace di cambiare l’animo di una persona, come racconta la favola di Natale per eccellenza dove, forse non tutti sanno, è contenuto l’ingrediente segreto del re per rendere le vostre vivande natalizie irresistibili. Cosa stiamo dicendo? Stiamo parlando del Piatto povero favoloso del social chef Lorenzo Biagiarelli.

Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno
Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno

Cari lettori di Ricetta Sprint, oggi vi presentiamo un quel che che vi aiuterà a rendere speciale le vostre portate per il giorno della Natività. Seguendo le indicazioni di questa ricetta potrete, quindi, realizzare un Piatto povero favoloso come spiega il social chef Lorenzo Biagiarelli. Come vedete, qua sopra abbiamo messo l’immagine del pranzo della Natività fantastico illustrato nella favola di Natale per eccellenza: ovvero, il “Canto di Natale” di Charles Dickens del 1843. Più precisamente, si tratta della tavola di Bob Cratchit che ha una famiglia molto numerosa con un bambino malato, che guadagna una paga da fame: 15 scellini a settimana. Egli è il dipendente assai sottopagato del protagonista della storia: il signor Ebenezer Scrooge.

Tutti noi conosciamo questa stoia grazie a un cartone animato molto famoso ma “in realtà- spiega il social chef Lorenzo Biagiarelli- c’era poco da rendere cartonoso perché questo è un romanzo sociale che narra la società del tempo. Il protagonista di questo romanzo è Ebenezer Scrooge rappresenta anche le teorie filosofiche di quel tempo: si tratta di teorie estreme secondo le quali si sosteneva che il problema della povertà fosse il fatto che c’erano troppi poveri e che quindi se ce ne fossero stati qualcuno di meno sarebbe stato meglio anche la società”.

Un pò come quelli di oggi, anche questi raccontati da Dickens erano anni difficili ed è in questo periodo che lo scrittore Dickens ambienta la storia di un ricco banchiere chiamato, appunto, Ebenezer Scrooge che odia il Natale e lo trova inutile. Si potrebbe paragonare quest’uomo, rappresentato come ricurvo su se stesso, a quelle persone che oggi dicono che il Natale è solo una festa commerciale.

Che cosa si narra nel romanzo? In esso, viene raccontato che durante la notte prima del Natale, questo uomo viene visitato da tre spiriti: quello del natale passato, del presente e del futuro. In realtà questi tre spiriti sono le sue coscienze che vengono a fargli visita nella notte per mostrargli tutto ciò che lo ha portato a questo stato di miseria umana, potremo dire, di meschinità e di tutto ciò che questa meschinità avrebbe potuto portare. “Alla fine, rivela il social chef Lorenzo Biagiarelli- il signor Ebenezer Scrooge si ravvede e diventa l’uomo più fedele al Natale della storia”. Ma che cosa è che fa ravvedere questo uomo tanto ricco quanto meschino? Lo scrittore Charles Dickens lo spiega attraverso il cibo: infatti, é l’allegria del cibo che per questo scrittore è proprio la rappresentazione del Natale. “Ci verrebbe da dire-spiage il social chef Lorenzo Biagiarelli- che non è Natale se non c’è una tavola imbandita”.

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Dosi per: una tavola

Realizzato in: pochi minuti

Tempo di cottura: minuti

  • Strumenti
  • bicchieri
  • piatti
  • posate

 

  • Ingredienti
  • una piccola oca profumatissima
  • patate
  • un salsa di cipolla e salvia
  • un’insalata di mele
  • un dolce di pane
  • l’ingrediente segreto

Piatto povero favoloso, procedimento

Il piatto centrale è una piccola oca profumatissima che ha per contorno le patate accompagnate da una insalata di mele e una salsa di cipolla e salvia. A terminare, un bel budino di pane che Dickens descrive in questo modo: “ha un certo odore che è tutto insieme di trattoria e del pasticcere accanto e della lavandaia che sta a uscio di bottega. Simile a una palla di cannone chiazzata, liscia compatta ardendo in un quarto di quartuccio di acquavite in fiamme con in cima ben infisso l’agrifoglio di natale”. A terminare, un bel budino di pane che Dickens descrive in questo modo: “ha un certo odore che è tutto insieme di trattoria e del pasticcere accanto e della lavandaia che sta a uscio di bottega.

Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno
Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno

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A terminare, un bel budino di pane che Dickens descrive in questo modo: “ha un certo odore che è tutto insieme di trattoria e del pasticcere accanto e della lavandaia che sta a uscio di bottega. Simile a una palla di cannone chiazzata, liscia compatta ardendo in un quarto di quartuccio di acquavite in fiamme con in cima ben infisso l’agrifoglio di natale”. Nonostante tuta la povertà, quando Bob Cratchit torna a casa trova un atmosfera natalizia dove sua moglie e la sua famiglia sono intente a preparare il pranzo povero ma ricco di profumi.

Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno
Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno

La morale di questa favola: l’ingrediente segreto

Questa favola ci insegna che se c’è l’ardore delle feste tutto può diventare un piatto da re. La morale è “che- spiega il social chef Lorenzo Biagiarelli- non importa cosa cucinerete a Natale e con chi ma fatelo con amore“.

Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno
Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno

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Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno
Piatto povero favoloso. Foto di E’ sempre Mezzogiorno