Per quale motivo alcuni esperti sono giunti a questa conclusione; la pizza bruciata non fa male in base a queste prove.

La pizza bruciata non fa male, contrariamente a quanto si è sempre pensato. Era infatti accezione comune ritenere le parti bruciacchiate della pizza potenzialmente nocive. Cosa che riguarda anche altri tipi di alimenti.

Una pizza napoletana appena tolta dal forno a legna
Una pizza napoletana appena tolta dal forno a legna (Foto Canva – Ricettasprint.it 23032023)Una pizza napoletana appena tolta dal forno a legna (Foto Canva – Ricettasprint.it)

E questo perché nelle bruciature sono contenute delle sostanze per l’appunto potenzialmente nocive per la salute di chi le mangia. E che sorgono Quando l’alimento viene lasciato per un tempo eccessivo alle alte temperature. Il caso della pizza bruciata che non fa male presenta delle novità davvero notevoli.

Il tutto è frutto di uno studio condotto in Italia.. La pizza bruciata non fa male e non è cancerogena, in base ai risultati di queste osservazioni che portano la firma della Università di Napoli Federico II e dell’Università della Tuscia.

Di questo argomento ne ha parlato l’Accademia dei Georgofili di Firenze. La tesi riportata è molto interessante. Vediamo perché la pizza bruciata non fa male.

La pizza bruciata non fa male, ecco perché

Secondo quanto è stato osservato dagli esperti che hanno passato al vaglio attento e scrupoloso alcuni campioni di pizza bruciacchiata al microscopio, la quantità di acrilammide presente al suo interno non sarebbe presente in misura così preoccupante.

Una pizza appena tolta dal forno a legna
Una pizza appena tolta dal forno a legna (Foto Canva – Ricettasprint.it)

L’acrilammide è l’ammide dell’acido acrilico ed è ritenuto fortemente tossico e potenzialmente cancerogeno. Con rischi riscontrabili per l’apparato riproduttivo e per il sistema nervoso, sia centrale che periferico.

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Si origina a seguito del superamento del punto di fumo dell’olio che viene usato durante la fase di cottura di un cibo, solitamente fritto ma anche cotto alla brace od al forno. Le parti bruciate sul cibo sono rappresentative della presenza di acrilammide.

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Quindi ci sarebbe un basso contenuto di acrilammide nella pizza bruciata, tale da non rappresentare un pericolo immediato. Tutto ciò grazie al tempo che la pizza trascorre nel forno a legna, che è di appena novanta secondi in media. Molto poco per potere fare si che si sviluppi acrilammide in dosi preoccupanti.

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Le analisi hanno riguardano la pizza napoletana, che è un vanto per l’Italia in tutto il mondo ed un marchio di fabbrica del Made in Italy e della tradizione gastronomica di Napoli e dintorni.