Esplode la protesta in molti punti vendita del Paese. Disagi a non finire ma gli autori dei tanti sit-in hanno mille volte ragione.

Ultima Generazione, movimento attivista noto per le sue proteste legate ai cambiamenti climatici e alle ingiustizie sociali, ha annunciato un cambio di strategia: da sabato 11 ottobre ha lanciato l’appello a un boicottaggio dei grandi supermercati.

Scaffali vuoti, un segnale di divieto e dei manifestanti
Clamorosa protesta nei supermercati, ora fare la spesa è diventato impossibile – ricettasprint.it

Questo gesto rappresenta uno spostamento simbolico e concreto della lotta, che finora si era concentrata su ristoranti, personaggi pubblici e luoghi “altospendenti” (come i ristoranti di chef famosi). Ora il movimento punta al cuore dell’economia quotidiana: la grande distribuzione.

Motivi del boicottaggio

Ultima Generazione ritiene che i supermercati racchiudano dinamiche criticate dal movimento: margini elevati, sprechi, pressione sui piccoli produttori e disuguaglianze nella filiera alimentare. Ma anche prezzi troppo alti dei prodotti di prima necessità.

Una saracinesca chiusa di un supermercato ed un carrello
Motivi del boicottaggio – ricettasprint.it

Secondo l’attivismo critico, i supermercati “dietro la facciata pulita nascondono margini enormi, sfruttamento e sprechi”. Spostare il punto di attacco lì vuol dire colpire ciò che è percepito come un sistema alimentare che penalizza sia chi produce sia chi consuma.

Un obiettivo concreto è la richiesta di riduzione dei prezzi sui beni essenziali, mediante uno sconto fiscale come la riduzione dell’IVA sui prodotti di prima necessità. Il boicottaggio settimanale del sabato — giorno tipico di molte famiglie per fare la spesa — è pensato per creare pressione economica e simbolica.

Modalità di azione

Il movimento invita le persone a non fare la spesa nei grandi supermercati il sabato, preferendo piuttosto i piccoli rivenditori locali. L’azione è dichiarata come “ogni sabato” e parte da città come Milano, Roma, Torino e Bologna, ma è rivolta a “chiunque e dovunque in Italia” .

La scelta del sabato è strategica: è il giorno in cui molte persone fanno la spesa principale della settimana e dove i flussi verso la grande distribuzione sono maggiori. Boicottando proprio quel giorno, il messaggio ha maggiore impatto simbolico.

Confronto con azioni precedenti

Ultima Generazione è già noto per “azioni spettacolari” nei mesi precedenti, ad esempio proteste nelle strade o azioni contro ristoranti celebri (come quelli di Carlo Cracco, già presi di mira in passato), che hanno provocato anche conseguenze legali per molti attivisti. Ora però l’attenzione viene rivolta in modo più sistematico e quotidiano verso strutture molto diffuse.

Questo spostamento non è solo tattico ma anche simbolico: andare dove c’è “cibo, consumo di massa e potere d’acquisto” significa intendere che chi controlla gli scaffali controlla anche le scelte alimentari e le disuguaglianze.

Criticità e reazioni attese

E l’azione del boicottaggio potrebbe suscitare reazioni contrastanti. Da un lato, rafforza la visibilità del movimento, dall’altro rischia di essere percepita come dirompente verso famiglie con poco margine di scelta o persone con difficoltà logistiche (chi vive in zone con pochi piccoli negozi).

La sostenibilità di un boicottaggio a lungo termine è incerta: quanto tempo reggere un’azione settimanale su scala nazionale?

Pur essendo un’azione politica forte, rimane da vedere se il governo o le istituzioni risponderanno con misure concrete come lo sconto dell’IVA sui beni essenziali, che è una delle richieste avanzate da Ultima Generazione.