Quello della obesità infantile è un fenomeno dilagante che va fermato con ogni mezzo possibile. Ed il nostro Paese dovrebbe copiare quanto fatto in Gran Bretagna.
Il Regno Unito mette a dieta la TV. Il primo Natale senza pubblicità di junk food
Per decenni, il Natale televisivo nel Regno Unito è stato sinonimo di pubblicità iconiche: tavole imbandite, cioccolatini scintillanti, fast food in festa e bevande zuccherate che scandivano il countdown verso le festività. Da adesso in poi però ci sono dei cambiamenti nella tv d’Oltremanica.

Per la prima volta in assoluto, il governo di Londra ha dato il via a una stretta senza precedenti contro i prodotti HFSS (High in Fat, Sugar and Salt), ovvero quelli ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale. La normativa, entrata in vigore dopo lunghi dibattiti politici e rinvii, impone un divieto rigoroso.
Stop agli spot del cibo spazzatura, come funziona
Niente pubblicità di cibo spazzatura in TV prima delle 21:00. L’obiettivo è chiaro: proteggere i minori. Secondo i dati del servizio sanitario nazionale (NHS), l’esposizione costante a immagini di snack ipercalorici influenza le abitudini alimentari dei bambini, spingendoli verso consumi poco salutari proprio durante la fascia oraria di massimo ascolto familiare.

Questo significa che i giganti del fast food e dell’industria dolciaria hanno dovuto ripensare completamente le loro strategie di marketing natalizio. Non si tratta solo di uno “spostamento d’orario”, ma di una vera e propria rivoluzione culturale che punta a slegare l’idea di festa e felicità dal consumo eccessivo di zuccheri e grassi saturi.
Il mercato pubblicitario britannico è uno dei più ricchi al mondo, e il periodo natalizio rappresenta il picco degli investimenti. Per i grandi marchi, il divieto è stato un terremoto. Molte aziende hanno risposto convertendo i propri spot: invece di mostrare hamburger colanti o ciambelle glassate, ora puntano su messaggi istituzionali, sul brand, o sulla promozione delle versioni “light” o “zero” dei loro prodotti, che non ricadono sotto il divieto.
La mossa anti obesità infantile
Ma il dibattito resta acceso. Se da un lato le associazioni per la salute pubblica esultano, definendo la misura come un passo fondamentale contro l’epidemia di obesità, dall’altro l’industria alimentare lamenta un impatto economico pesante e mette in dubbio l’efficacia del provvedimento, sostenendo che l’educazione alimentare dovrebbe partire dalle scuole e non dai palinsesti TV.
Ma la vera sfida si gioca su un altro campo: il web. La legge britannica non si limita al piccolo schermo, ma prevede restrizioni severe anche per i contenuti a pagamento online. Gli algoritmi dei social media, spesso più influenti della TV tradizionale sulle nuove generazioni, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento delle autorità. Impedire che un annuncio di un candy-brand raggiunga lo smartphone di un adolescente è complesso, ma il Regno Unito ha deciso di fare da apripista globale in questo senso.
Il messaggio è forte: la libertà d’impresa finisce dove inizia il rischio per la salute pubblica dei più fragili. Se questo “Natale a dieta” porterà effettivamente a una riduzione del peso medio della popolazione lo diranno solo i dati dei prossimi anni, ma una cosa è certa: la percezione sociale del cibo spazzatura sta cambiando per sempre.






