Viene fuori l’espediente disonesto di un supermercato che copriva la vera data di scadenza e di confezionamento di alcuni prodotti, dove è successo.

Supermercato copriva la vera data di scadenza, c'è reato di frode in commercio
Donna che controlla la data di scadenza (Ricettasprint.it)

Una brutta scoperta con un supermercato che copriva la vera data di scadenza è stato scoperto da un cliente. Il trucco – per altro anche alquanto poco accuratamente messo in atto – è emerso dopo una occhiata un po’ più approfondita.

La cosa pare proprio rappresentare una truffa vera e propria, in quanto sembrano esserci i presupposti per una manipolazione tale da potere ipotizzare il reato di frode in commercio. E certamente saranno intervenute anche le forze dell’ordine dopo la denuncia di questo episodio.

Il supermercato che copriva la vera data di scadenza si trova in Campania e ha visto la messa in pratica di un trucco che certamente avrà tratto in inganno più di un acquirente. Ma come sempre avviene in questi casi, l’inghippo salta fuori.

È bastato approfondire un po’ di più quello che ad una persona che stava controllando il prodotto in questione è parso strano. Ovvero la presenza di un elemento che appariva estraneo al confezionamento originario.

Supermercato copriva la vera data di scadenza, come faceva

Supermercato copriva la vera data di scadenza, c'è reato di frode in commercio
Data scadenza (Ricettasprint.it)

Semplicemente veniva applicata una etichetta adesiva con una data di scadenza posticcia, più recente rispetto a quella originale. Sia la data di confezionamento che quella di termine ultimo di consumo potevano così risultare spostate di una decina di giorni.

La cosa veniva applicata su quei prodotti confezionati rimasti invenduti. Per non andare incontro ad un danno economico i gestori non hanno esitato a mettere in atto questo sotterfugio. Che però non è certo un qualcosa che la legge consente.

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E non è la prima volta che succede qualcosa del genere. In altre circostanze ci sono stati altri tipi di truffa ai danni dei consumatori, come ad esempio il miscelare tra loro oli di cattiva qualità per ottenere qualcosa che veniva poi spacciato per olio extravergine d’oliva pregiato.

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Oppure ci sono stati produttori di passate di pomodoro che invece di utilizzare materie prime made in Italy come dichiarato facevano uso di ingredienti provenienti da Paesi dove non ci sono gli stessi standard di controllo e di sicurezza che contraddistinguono l’Unione Europea e l’Italia.

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In questo caso il prodotto scoperto consisteva in dei salumi sottovuoto sigillati. Sopra alla vera data ce n’era un’altra, applicata con una etichetta adesiva realizzata successivamente, che di fatto spostava quella del confezionamento a circa dieci giorni dopo. Cosa del tutto vietata dalle leggi attualmente vigenti.