Bere tisane ed infusi fa parte delle sane abitudini di tantissimi, ma attenzione al pericolo tossine. L’allarme è stato sollevato dall’EFSA, ovvero l’autorità europea sulla sicurezza alimentare, dopo aver rilevato l’esistenza di sostanze potenzialmente cancerogene nelle materie prime.
Sostanze che, per inciso, sono già presenti naturalmente nelle piante, ma che a lungo termine possono causare seri rischi alla salute umana. Si tratta degli ‘alcaloidi pirrolizidinici’ presenti non solo sulla vegetazione, ma anche e di conseguenza nei mangimi per animali, latte, uova e carne ed integratori alimentari di origine vegetale. Gli studi sulla tossicità non hanno ancora specificato il limite massimo oltre il quale è garantita una effettiva pericolosità. Fatto sta che sembra acclarato un concreto rischio alla salute, particolarmente nel caso di assunzione a lungo termine.
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Le bevande risultate più ‘contaminate’ sono quelle a base di menta, finocchio, melissa, ortica e camomilla. Tra l’altro tra quelle più amate dai consumatori, molti dei quali le consumano abitualmente, anche per ragioni di salute. Il problema si pone proprio per costoro, nei quali il rischio di assimilare maggiori quantità di sostanze potenzialmente cancerogene è chiaramente maggiore nel lungo periodo. Fuori pericolo, invece sono risultati il te’ verde e nero. L’assunzione abituale di tisane fa parte di una consuetudine ricostituita da un pò di tempo a questa parte, improntata allo sfruttamento dei benefici di un’alimentazione più naturale. Bisogna dunque fare un chiarimento: la ricerca effettuata dagli esperti non va ad incidere su quella fascia di consumatori che occasionalmente o per brevi periodi assumono tisane ed infusi.
Il pericolo riguarda coloro che fanno un consumo eccezionale di queste bevande, i quali chiaramente sono maggiormente a rischio, dal momento che eliminare completamente queste sostanze è impossibile. Proprio in considerazione della rivalutazione del consumo di tisane ed infusi da parte dei consumatori, si rende più urgente una normativa. Che sia diretta nello specifica a quantificare i limiti massimi consentiti per la presenza di determinate sostanze all’interno di questi alimenti. Intanto è possibile ridurre al minimo l’esposizione limitandone l’assunzione ad un consumo controllato e mangiando in modo sano e variato.
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