La pandemia da Covid-19, le curve di contagi e la paura del virus sono gli argomenti più gettonati tra le persone che hanno dovuto, comunque sia, imparare convivere con quanto sta succedendo. Eppure, esiste un locale che dice ‘no’ al Covid e multa i clienti che ne parlano.
Impossibile non notare il modo in cui il Covid-19 abbia cambiato la vita di ognuno di noi e anche il modo di approcciarsi alle cose più semplici del quotidiano, come appunto una serata al pub o in un ristorante per concedersi una serata spensierata tra amici.
Il momento del relax ha come fine quello di non pensare alla realtà che ci circonda ama, inevitabilmente, si finisce sempre con il parlare di ciò che ci circonda, la vita di tutti i giorni, il fitness, il lavoro… tutto ormai condizionato dall’approccio appunto con la pandemia da Covid-19. Sulla base di tale motivazione, non a caso, fondano le ragioni che hanno spinto un ristoratore a prendere la decisione di multare i propri clienti.
“Vietato parlare di Covid”
Una notizia surreale, ma comunque vera, esiste un locale dove non è possibile palare della pandemia… un modo per lascare le paure e gli avvenimenti fuori dalla porta del locale, quindi un chiaro invito a godersi quanto possibile la serata in compagnia degli altri.
Chiunque arriva nel locale in questione, dunque, non può in alcun modo parlare di Covid, qualora dovesse succedere il cliente verrà multato 2 euro ogni volta anche se la cosa dovesse ripetersi. Ma dove si trova il locale in questione?
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L’estrema decisione
Quanto detto è avvenuto nel locale di Christopher Moore, proprietario del pub Alt Bar in Killea che si trova a Donegal nella bellissima Irlanda, così come riporta anche il portale Dissapore.
In particolar modo, Christopher Moore ha commentato così la decisione presa e i guadagni ricavati: “Dato che qui è il servizio al tavolo, siamo coinvolti nelle conversazioni di tutti e sapevamo di cosa stavano parlando. È bello vedere le persone discutere di cose normali come il calcio e gli eventi quotidiani. Per ora abbiamo raccolto € 280, ma la cifra continua a crescere. L’ospizio di Donegal è un ente di beneficenza che mi sta a cuore perché ha ospitato anche mia madre. Fanno un lavoro favoloso”.
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