Come stanno le cose in fatto di bibite con zero zuccheri. Quanto conviene farne ricorso e quanto c’è di vero in questa affermazione.
Zero zuccheri, come stanno veramente le cose? In realtà, ed è bene specificarlo fin da subito, anche quando questa dicitura campeggia a caratteri ben visibili su una lattina o su una bottiglietta di questa o di quella bevanda (o anche su altri tipi di prodotto) la cosa non corrisponde alla piena verità.
In tanti preferiscono questi prodotti “con zero zuccheri”, convinti del loro minore contenuto calorico e del fatto che non facciano poi così male alla linea ed alla salute in generale. Arrivano però i responsi direttamente estrapolabili dalle analisi di laboratorio a svelare gli altarini.
Concentrandoci in particolar modo sulle bevande, vediamo come in effetti le bibite con zero zuccheri non facciano riscontrare alcuna percentuale di saccarosio. Però ci sono di contro dei dolcificanti, il cui compito è dare un gusto gradevole ed ovviamente dolce alla bibita od al drink energetico in questione. Le più impiegate sono:
- stevia;
- aspartame;
- saccarina;
- Acesulfame-K (E950);
- Sucralosio (E959);
Zero zuccheri, è quasi vero: ci sono degli aspetti collaterali per la salute
Ci sono alcuni eminenti esponenti della comunità medica e scientifica sia italiana che internazionale, come il dottor Franco Berrino, che condannano l’impiego di tali dolcificanti. In quanto non li ritengono buoni per la salute.
Specialmente in caso di assunzioni in quantità che superino una corretta esposizione. Le conseguenze, in questi casi, possono portare a degli squilibri ed a delle alterazioni del metabolismo.
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Tutto questo può anche portare a stravolgere la produzione di insulina da parte del pancreas. Per cui sarebbe meglio o non assumere alcuna bevanda dolce e/o gassata, nemmeno quando la stessa viene dichiarata come del tutto priva di zuccheri.
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Oppure se ne dovrebbe limitare l’assunzione a qualche volta al mese. Magari una o due volte ogni trenta giorni, senza fare in modo che bere certi prodotti diventi una triste costanza delle nostre abitudini alimentari quotidiane.
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