Che cosa succede prendendo il caffè ad inizio colazione piuttosto che nel mezzo o facendo colazione solo con lo stesso. Lo svela uno studio ufficiale.

Caffè ad inizio colazione è meglio rispetto al berlo durante? Lo studio
Cornetti e caffè (Ricettasprint.it)

Caffè ad inizio colazione, siamo in milioni a fare così ogni mattina. Ed anzi, a volte una tazzina di bevanda nera e bollente rappresenta proprio il 100% del nostro pasto di inizio giornata. In realtà bisognerebbe concedersi un abbondante appuntamento.

Perché è proprio con una colazione robusta al punto giusto che potremo evitare di cedere alla fame nel corso delle ore che ci dividono dal pranzo. In questo modo terremo così il peso corporeo sotto controllo. Ma il caffè ad inizio colazione può avere anche altre chiavi di lettura.

Alcuni sono convinti che la reazione glicemica dell’organismo prendendo un caffè ad inizio colazione – anche prima di mangiare qualcosa – possa essere eccessivamente negativa, con il passare del tempo. Il timore è che tale consuetudine possa favorire la comparsa in pianta stabile del diabete di tipo 2.

C’è uno studio ufficiale che spiega come stanno davvero le cose, e quali sono le conseguenze di una simile abitudine. A condurlo sono stati alcuni ricercatori del britannico Center for Nutrition, Exercise & Metabolism dell’Università di Bath, nel Regno Unito.

Caffè ad inizio colazione, quali sono gli effetti sull’organismo

Caffè ad inizio colazione è meglio rispetto al berlo durante? Lo studio
Tazzina di caffè (Ricettasprint.it)

I risultati di questo studio hanno trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore British Journal of Nutrition. Ed è possibile apprendere che in effetti c’è un impatto non positivo per la salute.

Fare colazione mangiando qualcosa e poi prendendo un caffè comporta il 50% in meno della risposta glicemica. Questo rispetto al fare colazione cominciando invece proprio dal caffè, che quindi è una pratica consigliata.

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Non è consigliato invece accontentarsi di tale bevanda. Gli autori della ricerca in questione hanno sottoposto diverse persone ad osservazione diretta. In media poi andrebbero assunte tre tazzine al giorno, anche quattro, dello stesso.

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Il caffè infatti è ricco di antiossidanti, serve per contrastare l’invecchiamento indotto dai radicali liberi e per tenere a bada lo stress ossidativo. Il quale è ritenuto alla base di diverse patologie e condizioni negative, tra le quali proprio lo stesso diabete.

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Però occorrerebbe berne con poco zucchero, meglio ancora senza. Solo in questo modo il caffè riesce a fare da protezione anche all’apparato cardiocircolatorio.