Le autorità preposte al rispetto delle norme in fatto di sicurezza alimentare fissano un limite in merito alla carta stagnola cancerogena.

Carta stagnola cancerogena, ci sono studi che confermano la tossicità dell’alluminio che utilizziamo per proteggere i nostri cibi in cucina. L’impiego della pellicola argentata è molto diffuso da decenni, ma adesso arrivano delle rilevazioni che ne confermano la potenziale pericolosità.

Una patata farcita avvolta nell'alluminio
Una patata farcita avvolta nell’alluminio (Pixabay)

Il riferimento è a certi specifici casi in cui la carta stagnola può rivelarsi essere cancerogena. Si tratta infatti di un metallo, anche se leggero, che però è foriero di un certo grado di tossicità, come confermato dal Ministero della Salute più volte nel corso degli anni.

La carta stagnola può essere cancerogena ed esporre ad una maggiore probabilità di contrarre delle malattie importanti se utilizzata in maniera non corretta in modo continuato. Questo infatti favorisce il cosiddetto fenomeno della migrazione, per il quale alcune particelle si spostano dall’alluminio agli alimenti rivestiti con quest’ultimo.

Inoltre l’alluminio stesso non è molto utilizzato solamente nell’ambito dell’industria alimentare ma anche in altri settori. Il suo impiego è molto vasto anche per la realizzazione di prodotti farmaceutici, di estetica e di cura per il corpo.

Carta stagnola cancerogena, qual è il limite massimo da non oltrepassare nel cibo

L’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha fissato dei limiti per i quali c’è un quantitativo massimo di alluminio da potere assorbire con cadenza settimanale. Questo ammonta a 60 mg per un individuo dal peso di 50 kg. 

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La migrazione viene favorita da certi fattori ambientali piuttosto che da altri. Ad esempio dalla temperatura che contraddistingue l’alimento che riveste, come anche dal tempo di conservazione.

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E dipende anche dalla natura del cibo protetto. In base alle indicazioni del Ministero della Salute, per evitare rischi ecco cosa non dovremmo mai fare:

  • rivestire alimenti o troppo acidi o troppo salati;
  • far trascorrere più di un giorno con del cibo ricoperto di carta stagnola (tranne se si tratta di alimenti secchi);
  • riutilizzare contenitori di alluminio più di una volta;
  • cucinare con pentole e padelle eccessivamente consumate;

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