La tutela della privacy rappresenta un argomento il più delle volte delicato nella situazione di emergenza Coronavirus Italia. Cosa c’è da sapere.

Coronavirus test privacy
Protezione privacy Coronavirus test Foto dal web

La situazione Coronavirus Italia ha visto il nostro Governo intraprendere una serie di necessarie azioni allo scopo di arginare il diffondersi della malattia. Dopo due mesi e più di emergenza, l’indice di contagio resta al di sotto del valore di 1 al quale non bisogna assolutamente avvicinarsi. In tal senso continueranno a restare in vigore alcuni provvedimenti. C’è però chi si è posto il problema riguardo la gestione delle informazioni personali e private, ottenendo risposta dal Garante della Privacy in tal senso. L’Ente risponde ad alcuni tra i più diffusi quesiti, fornendo anche delle dettagliate spiegazioni in tal senso.

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  • I dentisti possono informarsi in merito alla situazione di salute di un paziente in relazione al Coronavirus in Italia? Si, come qualunque altro professionista sanitario. È possibile per tali soggetti raccogliere le informazioni reputate necessarie per quello che è l’ambito di cura dei loro pazienti. E capire o meno se una persona è affetta dal virus rientra in questo campo. Chiaramente suddetti professionisti devono poi attrezzarsi per poter lavorare garantendo totale sicurezza tanto ai propri clienti e pazienti quanto a loro stessi.
  • Una azienda sanitaria cosa può fare per informare i soggetti sottoposti a quarantena in casa perché positivi? È possibile mandare a tali soggetti delle informative via mail, rispettando la riservatezza di queste persone. Questo avviene facendo uso della modalità ccn (copia conoscenza nascosta), che nell’invio di una mail in comune a più persone permette di tenere nascosti gli indirizzi e-mail agli altri destinatari del medesimo messaggio.

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Coronavirus Italia, come comportarsi a distanza con medici e farmacisti

  • Un operatore sanitario che sta svolgendo il test del tampone per il rilevamento del Covid 19 può informarsi su eventuali contatti del soggetto di suddetto test in merito a recenti contatti stretti? Si, può farlo perché tale comportamento è volto a contenere un potenziale rischio di diffusione o di contrazione del virus. Ricostruire la rete di contatti di un positivo è uno dei modi più efficaci per evitare il sorgere di possibili focolai. In caso di decesso da Covid poi, una struttura sanitaria può avvisare in tal senso una impresa di pompe funebri allo scopo di poter prendere tutte le precauzioni anti-contagio.
  • Per evitare assembramenti o spostamenti poi, un medico può comunicare via mail, sms o telefonicamente la ricetta di un farmaco da prescrivere ai propri pazienti.
  • Non è possibile in alcun modo diffondere nominativi di casi acclarati di Coronavirus: nessun soggetto o ente può farlo.
  • Negli aeroporti ed in altri luoghi pubblici è possibile procedere a misurazione corporea, individuando nello specifico i casi in cui essa è superiore a 37,5°.
  • Nel corso dell’emergenza è possibile inviare la ricetta direttamente al farmacista per acquistare un farmaco. Si può procedere sempre per email, sms o telefonicamente.

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Altre informazioni che è bene conoscere

  • Un datore di lavoro può rilevare la temperatura corporea dei propri dipendenti ed anche di eventuali utenti di diversa natura, come visitatori, clienti e fornitori, all’interno della propria sede. Con la registrazione dei soli casi che superano i limiti di sicurezza stabiliti (febbre con più di 37.5°, n.d.r.) per quanto riguarda i dipendenti. Nel caso di altri soggetti esterni tale registrazione non è necessaria. Chiaramente quando ciò accade, l’accesso all’area è assolutamente vietato e bisogna allertare il personale medico.
  • Non può essere divulgata l’identità di un dipendente malato di Coronavirus ai colleghi di quest’ultimo. Mentre va fatto con le istituzioni competenti e le autorità sanitarie, allo scopo di mettere in pratica le necessarie procedure di sicurezza.
  • Per la didattica a distanza, le scuole hanno bisogno del consenso di genitori, alunni od insegnanti? No, non c’è bisogno di alcun consenso al trattamento dei dati.

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