In merito all’impiego della farina differenze e punti di convergenza risaltano in base a quel che dobbiamo preparare. Vediamo meglio.

Farina differenze, ce ne sono di tanti tipi. Cosa c’è che li rende tutti diversi? Conosciamo la farina 00 detta “doppio zero”. Quella tipo zero, quelle di tipo 1 e tipo 2, e poi ancora la farina integrale e la Manitoba. L’aspetto che più di tutti diversifica tutte loro è il cosiddetto tasso di resa della macinazione.

Una persona impasta della farina
Una persona impasta della farina (Foto Canva)

Ovvero la procedura tramite la quale un chicco viene raffinato per ottenere la polvere che ci serve come base per tante ricette. Più in generale viene presa come riferimento la quantità di farina che si ricava da un quintale di lavorazione di grano.

Setacciando il grano macinato ecco che è possibile ricavare della farina più o meno fine, e quindi di questo o di quel tipo. Ma per la farina differenze ed altri aspetti di diversificazione stanno anche in altro.

Ad esempio nel quantitativo di sali minerali presenti. C’è anche la cosiddetta “farina di crusca”, con la crusca appunto che è la parte esterna del chicco di grano. Quella interna è invece la mandorla, che contiene proteine, amido ed altri sali minerali.

Farina differenze, quali e quanti tipi ci sono

E comunque, tornando allo spessore, esso è indicativo più della tipologia di quando utilizzare quello specifico tipo di farina. Ad esempio quella doppio zero deriva dalla mandorla ed è la più raffinata che ci sia. È bianchissima e finissima e ha una macinazione del 50%.

Della farina e del frumento
Della farina e del frumento (Foto Canva)

Viene impiegata prevalentemente per la preparazione dei dolci e per le sfoglie, perché si può lavorare facilmente. La farina tipo zero è meno raffinata, entrambe sono poi non molto nutrienti.

È bianca ma con una albedo più bassa, quindi è meno candida. Questo tipo di farina è impiegato per pizze e specialità di rosticceria.

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C’è anche la farina Manitoba

C’è la farina di tipo 1, ancora meno raffinata, ma più nutriente rispetto alle precedenti due. Non altrettanto però della integrale e di quella di tipo 2. Qui comunque cominciamo ad intravedere un buon quantitativo di fibre e sali minerali.

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Ha un colore paglierino. La tipo 2 tende a diventare integrale ed è ancora meno raffinata. È più facile da lavorare di quella integrale al 100%, che invece risulta essere la più nutriente in assoluto.

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Infine c’è la farina di Manitoba, derivata dal grano tenero coltivato in Canada, da cui il nome. Non ci sono tante differenze con quelle di tipo 0 e di tipo 2 in particolare ed è molto indicata per i prodotti da forno.