L’utilizzo degli imballaggi in plastica andrebbe normato, specialmente dopo l’ennesima conferma in merito alla loro possibile pericolosità per le persone e per l’ambiente.
Imballaggi in plastica, diversi studi anche molto recenti confermano come gli stessi contengano delle sostanze potenzialmente nocive per l’uomo. Gli ultimi ricercatori a sostenerlo sono quelli dell’Università svizzera ETH di Zurigo.
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Le osservazioni compiute confermano come gli involucri composti di tale materiale siano costituiti anche da un numero elevato di sostanze chimiche, rilasciate nel corso dell’intero tempo in cui li utilizziamo.
I rischi valgono tanto per le persone quanto per gli animali e l’ambiente in generale. E nonostante ciò, risultano note solamente delle percentuali esigue di queste sostanze presenti negli involucri per gli alimenti in plastica.
Si va dagli additivi a monomeri in plastica ad altro. In totale emergono 10.500 sostanze chimiche presenti nella plastica. Gli involucri fatti di tale materiale riguardano però non solo il settore alimentare ma anche abiti, giocattoli, dispositivi medici ed altro.
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Imballaggi in plastica, vengono fuori tante contraddizioni
E tra i dispositivi medici sono presenti anche le mascherine. E di queste 10.500, il 25% circa risultano essere potenzialmente pericolose, tra cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione e foriere di problematiche al sistema endocrino.
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Insieme a ciò, ecco saltare fuori anche una ulteriore problematica, che riguarda la normativa di riferimento. Circa 350 sostanze nocive individuate sono soggette a delle interpretazioni e quasi a delle contraddizioni per quanto riguarda il loro utilizzo.
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Ad esempio sono consentite in certi ambiti e vietate in altri. La cosa cambia poi di Paese in Paese, specialmente tra l’Unione Europea ed altre aree del mondo. Questa è una particolare condizione che andrebbe riformata e normata con una uniformità di giudizio.
