Oggi poter invecchiare serenamente è certamente il desiderio di tutti. E’ per questo che la scoperta su un alimento che previene le malattie gravi e non solo, potrebbe cambiare le prospettive future di vita di moltissime persone.
Grazie all’aumento della longevità conseguente ad un miglioramento generali delle condizioni di vita, è possibile oggi ritenere già che i sessantenni non si considerano più ‘terza età’. Soprattutto grazie ai progressi medici e la prevenzione di tante malattie che consente anche di approntare le dovute cure. Consentendo in tantissimi casi la guarigione completa dei pazienti per diverse patologie, anche di grave entità.
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Lo studio sull’alimentazione: il risultato che può cambiare la vita
Ciò che ciascuno però si augura per se stesso, è innegabile, è di non dover mai subire il temuto incontro con qualsiasi malattia, anche provvisoriamente invalidante. Una eventualità che è possibile sconfinare grazie ad uno stile di vita salutare ed una corretta alimentazione. Invecchiare bene si può: in parte la genetica, ma anche la nostra responsabilità nelle scelte di vita può giocare un ruolo importante.
Un recente studio epidemiologico, pubblicato sul ‘Journal of Aging Research’, ha definito l’invecchiamento in buona salute. Esso consiste in una “longevità con sana salute mentale e assenza di gravi malattie croniche, problemi cognitivi o menomazioni fisiche” dopo i 65 anni. A riportare la notizia è il portale ‘Food Navigator’ che riguarda appunto i risultati di una ricerca condotta dalla dottoressa Francine Grodstein su un campione di circa trentaquattromila infermiere.
Queste donne, esaminate sulla base di un progetto che riguarda la salute di questa categoria di lavoratrici, hanno fornito dati in base alle loro abitudini alimentari per due anni. Ad alcune di esse era stata prescritta l’assunzione giornaliera di un alimento specifico, mentre alle altre no. Di quale alimento si tratta?
Invecchiare bene | Scoperta su alimento | Previene le malattie gravi
Resterete stupiti dalla risposta. Si tratta infatti di un genere di frutta secca molto amato e di facile reperibilità: le noci. La valutazione è stata compiuta con il rilevamento di malattie croniche come cancro, infarto, insufficienza cardiaca, ictus, diabete di tipo 2 e morbo di Parkinson. Una valutazione secondaria ha riguardato invece problemi di memoria, salute mentale e limitazioni fisiche, comprese le attività quotidiane. Il risultato strabiliante è stato il seguente: il 16% è stato valutato “in buona salute”, il restante classificato come “invecchiamento abituale”.
Ciò vuol dire che il campione di donne tra i cinquanta e i sessanta anni analizzato, che ha consumato almeno due porzioni di noci alla settimana, ha una “maggiore probabilità” di invecchiamento in buona salute. La porzione consigliata è stata complessivamente di 56 grammi circa a settimana, quindi in media 28 grammi a porzione singola.
Ciò è risultato valido anche analizzando l’impatto sulla salute di altri tipi di frutta secca. I ricercatori infatti hanno evidenziato che le noci erano associate a probabilità significativamente migliori di invecchiare in buona salute. Ciò perchè le noci sono una fonte importante di acido alfa-linolenico ed ellagitannini. Questi come chiariscono gli studiosi, aiutano l’organismo a supportare le sue funzioni. Rafforzando l’idea che il consumo a lungo termine di noci meriti un’ulteriore conferma come strategia che contribuisce a una vita più sana.
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