Sono magnifiche e se non avete mai avuto modo di gustarle, fatelo al più presto: le graffe napoletane riusciranno a conquistarvi.

Graffe napoletane qual è la loro storia e quando e come sono nate
Graffe napoletane (Ricettasprint.it)

Le graffe napoletane sono un dolce tipico della tradizione culinaria di Napoli, come il nome suggerisce. Sono alquanto simili ai classici bomboloni o krapfen. Ciò che le rende particolari è la loro consistenza morbida e soffice, arricchita dalla presenza di patate nell’impasto.

Questo conferisce alle graffe napoletane un sapore unico e una consistenza più leggera rispetto ad altri dolci fritti. Le graffe napoletane vengono di solito ricoperte di zucchero o ripiene di crema pasticcera, marmellata o cioccolato, diventando così un’irresistibile tentazione per i golosi e un must assoluto durante le festività come il Carnevale a Napoli.

Ormai però sono diffuse in tutti i giorni dell’anno. Ed ogni momento torna buono per godersele, sia nella loro versione classica che con un qualsivoglia tipo di farcitura. Ad esempio con cioccolato, crema e tanto altro.

Per preparare le graffe napoletane avrai bisogno di questi ingredienti:

500 g di farina 00;
200 ml di acqua;
100 g di burro;
50 g di zucchero;
25 g di lievito di birra fresco;
la scorza grattugiata di un limone;
un pizzico di sale;
olio di semi di arachidi per friggere.

Come si preparano le graffe napoletane, e poi la loro storia

Graffe napoletane qual è la loro storia e quando e come sono nate
Graffe (Ricettasprint.it)

Sciogli il lievito nell’acqua tiepida e aggiungi un pizzico di zucchero. Lascia riposare per circa 10 minuti finché non inizia a formarsi la schiuma. In una ciotola capiente, unisci la farina, lo zucchero, la scorza di limone e il sale. Mescola bene e fai un buco al centro.

Versa gradualmente il lievito attivato e mescola con una spatola fino ad ottenere un impasto omogeneo. Aggiungi il burro morbido a pezzetti e impasta per almeno 10 minuti fino a ottenere un impasto elastico e liscio.

Copri l’impasto con un canovaccio umido e lascialo lievitare in un luogo caldo per circa 1-2 ore, finché non raddoppierà di volume. Trascorso il tempo di lievitazione, prendi l’impasto e dividilo in palline delle dimensioni desiderate. Schiaccia leggermente le palline per dargli la forma delle graffe.

Scalda abbondante olio di semi di arachidi in una pentola e friggi le graffe poche alla volta finché non saranno dorate da entrambi i lati. Scolale con una schiumarola e adagiale su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Passa le graffe ancora calde nello zucchero semolato e servile tiepide.

Come sono nate

Le graffe napoletane, conosciute anche come zeppole, sono un dolce tradizionale della cucina napoletana. La loro storia risale al periodo della dominazione spagnola a Napoli, nel XVII secolo.

Durante la Quaresima, periodo di digiuno e astinenza dalla carne per la Chiesa cattolica, era vietato consumare dolci fritti. Tuttavia, gli spagnoli concessero una deroga per San Giuseppe, il 19 marzo, festa patronale della città di Napoli.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Un alleato naturale per la salute digestiva, niente più pancia gonfia se ne mangi ogni giorno

In quel giorno, le suore del monastero di San Gregorio Armeno preparavano delle zeppole fritte e distribuivano il dolce tra i bisognosi del quartiere. Il dolce era composto da una pasta lievitata fritta in olio caldo, a forma di pallina o di ciambella, spolverata di zucchero a velo.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Il lato oscuro dei farmaci contro il raffreddore: gli avvertimenti dell’AIFA

La tradizione delle graffe si è mantenuta nel corso dei secoli, diventando un simbolo della tradizione culinaria napoletana e venendo consumate non solo durante la festa di San Giuseppe, ma anche durante tutto l’anno, come detto.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Attiva il tuo metabolismo: trucchi infallibili per perdere peso rapidamente

Oggi le graffe napoletane sono un dolce molto amato in Italia e all’estero, e possono essere gustate in molte pasticcerie e panifici della città di Napoli e delle regioni circostanti.