I risultati di alcune analisi di laboratorio rivelano una situazione critica in merito alla presenza di vari nomi di olio contaminato.

Olio contaminato, è questo il per niente buon risultato che emerge da un test compiuto sulla qualità di diversi prodotti. Al vaglio degli esperti ecco 19 marche di olio extravergine attualmente presenti in commercio.

Diverse bottiglie di olio evo esposte
Diverse bottiglie di olio evo esposte (Pixabay)

Purtroppo la tendenza ad avere a che fare con dell’olio contaminato è più elevata di quanto possa sembrare. Infatti quasi tutte le marche passate al setaccio al microscopio hanno presentato dei problemi.

In particolar modo spicca la presenza di pesticidi, di plastificanti e di oli minerali in ben 18 dei nomi esaminati. Con quindi una massiccia presenza di olio contaminato in commercio. Il test è stato eseguito da esperti tedeschi della rivista Oko-Test. Ma la cosa può avere dei collegamenti da non sottovalutare anche con l’Italia.

Infatti alcune delle marche di olio contaminato sono vendute anche nel nostro Paese. E di queste ce ne sono pure diverse proprio italiane. C’è anche un’altra problematica che riguarda nello specifico tre nomi, i quali non soddisfano i requisiti per essere ritenuti olio extravergine.

Olio contaminato, quali sono le marche extravergine d’oliva analizzate

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Le marche italiane analizzate sono le seguenti, con valutazioni ritenute deludenti:

  • De Cecco;
  • Filippo Berio;
  • Farchioni;
  • Casolare bio Farchioni;
  • Primadonna (Lidl);

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Tra le sostanze cancerogene assolutamente bandite figura la presenza del MOSH, che finiscono con il dare adito ad una contaminazione a causa dei processi industriali di lavorazione.

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I valori riscontrati rientrano comunque tutti quanti all’interno dei valori massimi consentiti da quelle che sono le attuali norme vigenti in materia di sicurezza alimentare, come da apposite normative della Commissione Europea.

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