I motivi per i quali il salmone ed il rischio Listeria sempre possibile sono spesso associati. Che cosa porta questi organismi nocivi a proliferare così facilmente.

Perché il rischio Listeria è frequente nella carne di salmone?
Salmone (Ricettasprint.it)

Salmone e rischio Listeria, una cosa che sentiamo nominare spesso tra i richiami alimentari ufficiali. Per quale motivo questo è uno dei rischi più frequenti incontro ai quali noi consumatori possiamo andare incontro?

Questo tipo di prodotto dell’industria alimentare è sottoposto a dei ben precisi processi lavorativi. E durante i quali può emergere per l’appunto un possibile pericolo di natura microbiologica. La situazione che riguarda il salmone ed un rischio Listeria non è da sottovalutare.

Questo batterio può proliferare anche a temperature molto vicine allo zero, come quelle che troviamo nei nostri frigoriferi di casa. Ed un eventuale rischio Listeria interessa soprattutto il salmone crudo e non sottoposto a nessun tipo di cottura in ambito produttivo.

La lavorazione delle carni di salmone deve avvenire prettamente in ambienti predisposti. I quali devono presentare una bassa temperatura ed una pulizia permanente, con una igienizzazione continua.

Salmone e rischio Listeria, le cause più frequenti

Perché il rischio Listeria è frequente nella carne di salmone?
Salmone affumicato (Ricettasprint.it)

In questo modo la presenza batterica viene tenuta sotto controllo. Purtroppo però basta poco per fare si che gli stessi batteri che provocano la Listeriosi trovino invece le condizioni giuste per potere prendere piede e diffondersi, contaminando la carne del pesce.

Anche i macchinari predisposti vanno controllati con costanza. E bisogna poi prestare attenzione alle fasi che riguardano il confezionamento.

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Una componente molto importante e che riduce la presenza di microrganismi dannosi è quella che riguarda l’aggiunta del sale. Il sale tiene un basso livello di umidità. Anche il processo della affumicatura – tipico del salmone – ha la sua importanza.

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La esposizione alle alte temperature – superiori a 65° – fa si che la maggior parte della carica batterica si riduca. Invece l’aggiunta degli aromi liquidi avviene ha luogo a freddo. Per non correre una maggiore possibilità di rischi serve conservare il salmone in frigo a massimo 5°.

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In questo modo ne beneficia anche una conservazione sul più lungo periodo e che può arrivare fino al massimo consigliato di un mese (quando ancora confezionato, n.d.r.). In generale però conviene sempre consumare questo prodotto nel giro di due giorni.