Tra i prodotti più controversi presenti quando vai a fare la spesa, i succhi di frutta sono quelli che più di tutti a volte destano preoccupazioni. Per quali motivi.
Succhi di frutta, quelli commerciali sembrano essere tutto tranne che qualcosa che effettivamente possa contenere frutta. Lo sostengono molte rilevazioni internazionali, che pongono l’accento su come bere questi prodotti sia una cosa del tutto diversa dall’addentare un buon frutto fresco di stagione. La differenza è evidente, in alcuni casi abissali.
C’è una enorme aggiunta di zuccheri e di altre sostanze impiegate nel novero industriale per conferire maggiore appetibilità ai prodotti. E poi ci sono situazioni per le quali i succhi di frutta ai mix esotici contengono in realtà, per la loro quasi totalità, tutt’altro che prodotti realmente esotici. Al loro posto semmai trovano largo impiego arance e mele, per dire.
Cosa c’è dentro i succhi di frutta?
Gli ingredienti esotici ci sono, ma solo in minima parte. Ananas, frutto della passione, mango, papaya, tutti insieme non arrivano al 20% del contenuto totale di frutta, che per la rimanente percentuale è fatta invece da frutti normalissimi. Una cosa che, a norma di legge, non rappresenta una violazione delle regole ma risulta comunque essere fortemente fuorviante.
Le regole della UE, ed in particolare la normativa 1169/2011, fa sapere che gli ingredienti usati vanno elencati in ordine decrescente di peso, senza però obblighi sul come presentare commercialmente dei prodotti. Ed ecco che un succo di frutto al mix esotico può avere delle banalissime mele come ingrediente più presente al suo interno, e di gran lunga. Tanti marchi fanno così, anche quelli importanti come Santàl. Ad esempio, proprio un prodotto Santàl, Dolce di Natura Arancia, riporta claim rassicuranti come “100% di origine naturale” e “senza zuccheri aggiunti”.
Ma in realtà è composto per il 66% da succhi da concentrato, con solo il 60% di arancia. Un altro esempio è Santàl Arancia Rossa, che contiene solo il 20% di succo di arancia rossa, mentre il resto è acqua, zucchero e aromi. Anche Rauch Bravo Arancia Rossa presenta una lista di ingredienti che include più di dieci componenti, di cui il primo è acqua.
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La questione della trasparenza
Queste pratiche sollevano interrogativi sulla trasparenza comunicativa. Sebbene le etichette rispettino la legge, la percezione che il consumatore ricava dal nome, dalle immagini e dalle frasi promozionali può differire notevolmente dalla realtà.
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Il fenomeno, noto come “framing semantico”, suggerisce che un succo chiamato “Mango e Frutto della Passione” possa sembrare più pregiato anche se è principalmente composto da mela, un frutto economico.
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Ulteriori studi dimostrano che solo il 20-30% dei consumatori legge attentamente le etichette, e una percentuale ancora minore si sofferma sull’ordine degli ingredienti. La maggior parte si affida a percezioni immediate, come il nome del prodotto e le immagini evocative.