Il tonno in scatola può portare all’insorgere di spiacevoli effetti collaterali, e per diversi motivi. Lo fanno sapere molti esperti che consigliano moderazione.
Molti dietologi e nutrizionisti mettono in guardia dal consumare tonno in scatola. I motivi sono diversi e non andrebbero sottovalutati. Se intendiamo basarci su di una dieta a base di pesce dovremmo optare per altre soluzioni. Prediligendo sempre e comunque quello fresco, ad esempio, o relegando al ruolo di alternativa cui ricorrere quando proprio non c’è soluzione riguardo a quello confezionato. Come per l’appunto il tonno in scatola. I prodotti ittici sono ricchi di vitamine, proteine e sali minerali e non hanno limitazioni nel corso di una settimana per quanto riguarda il loro consumo. La carne rossa invece deve essere necessariamente limitata. E riguardo al tonno, in tanti lo prediligono quando è scatolato perché comunque garantisce un ottimo sapore. Poi è facile da preparare e servire in tavola. Ma è bene sapere che il tonno in scatola possiede un rilevante quantitativo di sodio.
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Tonno in scatola, le controindicazioni di un suo utilizzo senza controllo
Non va mangiato in grosse quantità, altrimenti si rischia un aumento della pressione sanguigna. Il tonno poi si nutre di pesci più piccoli e nei quali facilmente è possibile riscontrare un livello di mercurio non trascurabile. Inutile dire che tale sostanza sia dannosa per il nostro organismo. Il cibo in scatola in generale poi è visto come una delle cause più diffuse di intossicazioni alimentari, per diversi motivi. Come ad esempio i materiali che compongono gli involucri nei quali esso è commercializzato. Come detto, molto meglio affidarsi al pesce fresco, da prendere in pescheria e lavorare un pò prima di poterlo cucinare e consumare. Almeno in questo senso non si dovrebbe andare incontro ad alcuna controindicazione. E le possibilità di incappare in qualche indesiderato effetto collaterale risulteranno più basse.
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