Come mai potresti esserti accorto che forse stai pagando di più le pere? Ci sono delle problematiche e delle stime estremamente negative.

Produzione di pere calata del 75% in Italia i motivi
Pere (Ricettasprint.it)

Stai pagando di più le pere? Potrebbe essere capitato nel corso non solo delle ultime settimane ma persino degli ultimi mesi di assistere a dei rincari riguardo all’acquisto di questo frutto. Purtroppo la produzione di pere italiane è scesa di tantissimo, addirittura del 75%. Sono le statistiche paurose che ha diffuso Nomisma per conto della Alleanza Cooperative Agroalimentari.

Inoltre anche i terreni adibiti alle colture sono diminuiti del 35%. Da 926mila tonnellate di pere poi c’è stato un crollo a 180mila tonnellate nel corso di dodici anni. Le Regioni più colpite sono Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, che da sole racchiudono quasi il 75% delle superfici adibite alla produzione di pere.

Stai pagando di più le pere? I motivi sono pesantissimi

Produzione di pere calata del 75% in Italia i motivi
Pere (Ricettasprint.it)

Perché stiamo avendo sempre meno pere? Purtroppo la risposta è sempre la stessa, per la grossa: il cambiamento climatico. Le stagioni sono praticamente impazzite, con siccità sempre più marcate e precipitazioni violentissime che avvengono fuori periodo. Basti pensare alle grandinate ed alle trombe d’aria a luglio, che ormai sono sempre più frequenti.

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E poi ci sono anche altri fattori. Per esempio l’invasione di specie aliene come la cimice asiatica, che dal 2019 ha messo radici nel nostro Paese. E questo significa che c’è da fare affidamento poi su una crescita delle pere importate dall’estero. Ovviamente anche l’export delle pere made in Italy ha subito un crollo.

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Ci sono sempre più pere dall’estero al posto di quelle italiane

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I frutti che nascono dalla terra italiana sono sempre meno e sono ora sostituiti da quelli coltivati in Olanda, Spagna, Argentina, Cile e Sud Africa. Per ora il Governo ha destinato 10 milioni di euro allo scopo di contrastare questa problematica. E ci ha pensato il Ministero dell’Agricoltura.